sabato 30 marzo 2019

COMBATTIAMO LA FILARIA


La stagione estiva si avvicina e con lei anche degli ospiti indesiderati: le zanzare! Questi fastidiosi insetti possono veicolare un grande nemico per il cane, la filaria, un parassita che si localizza nei vasi polmonari, può arrivare fino all’interno dell’arteria polmonare e del cuore causando importanti disfunzioni cardiovascolari. Come possiamo proteggere i nostri amici da questo parassita? Esiste una terapia profilattica rappresentata da una puntura annuale o dalla somministrazione mensile di una compressa appetibile. Poiché questo tipo di profilassi non presenta efficacia al 100% si consiglia di eseguire prima ed annualmente, al massimo ad anni alterni, un esame finalizzato alla ricerca di filarie nel sangue. 
Quindi affrettatevi, ormai le zanzare sono già in agguato: è arrivato il momento di venire in clinica dove i nostri Medici Veterinari procederanno con l’esame del sangue ed eventuale profilassi. 
Nel nostro sito clinicaveterinariagransasso.it potete trovare altre informazioni utili riguardo la filariosi cardiopolmonare, nella sezione notizie utili sotto la voce Cardiologia.

venerdì 29 marzo 2019

IL NOSTRO REPARTO DEGENZA


Presso la Clinica Veterinaria Gran Sasso i vostri amici beneficeranno di servizi all’avanguardia. In particolare nel reparto di degenza e terapia intensiva il nostro team di Dottoresse garantirà attenzioni, professionalità e sensibilità 24 ore su 24 ai vostri pets, permettendo loro una serena permanenza. Tutto ciò è possibile anche grazie a strumenti di eccellenza utili a fine diagnostico, ma anche per i numerosi controlli durante tutto il periodo del ricovero.

martedì 26 marzo 2019

CHE COSA VEDETE?


Non spaventatevi, l’immagine che state vedendo non è nulla di brutto, ma una delle cose più belle che possano capitare a un essere vivente: una gravidanza. Infatti, ci troviamo di fronte alla radiografia di una futura mamma gatta. 
La radiografia è lo strumento diagnostico per eccellenza per conoscere il numero esatto dei cuccioli attesi, a partire circa dal 45° giorno di gestazione. Inoltre, in prossimità del parto, i medici veterinari riescono, tramite questo esame, a riconoscere quando uno dei cuccioli si trova all’interno del canale del parto (pertanto quando è pronto a nascere) e ad escludere eventuali posizionamenti errati.
In seguito a queste e ad altre valutazioni cliniche ed ematologiche, il medico veterinario deciderà se assistere la mamma durante il naturale decorso del parto, indurlo farmacologicamente o, se necessario, intervenire chirurgicamente tramite parto cesareo. E voi quanti cuccioli riuscite a vedere nell’immagine sopra?

lunedì 25 marzo 2019

PRONTO SOCCORSO 24H


La Clinica Veterinaria Gran Sasso è dotata di un servizio di pronto soccorso attivo 24 ore su 24, 365 giorni l’anno (quindi incluse domeniche e festivi). I medici veterinari presenti sono in grado di far fronte a ogni tipo di emergenza, avendo a disposizione anche servizi di laboratorio e diagnostica, oltre a scorte interne di sangue nel caso fossero necessarie trasfusioni. Nei giorni festivi, la struttura garantisce un servizio di reperibilità diurna ecografica e cardiologica al fine di definire una diagnosi nel minore tempo possibile. Inoltre, sono attrezzate sale chirurgiche, pronte ad essere utilizzate da chirurghi e anestesisti, sempre reperibili, giorno e notte, per affrontare immediatamente situazioni di urgenza. I proprietari avranno inoltre la possibilità di fare visita ai propri animali ricoverati anche durante i giorni festivi, previo accordo telefonico con i medici di turno.

sabato 23 marzo 2019

VIETATO SOPPRIMERE GLI ANIMALI


L'Avvocatura di Stato ha presentato ricorso alla Corte costituzionale contro la legge regionale della Basilicata n. 46/2018 (Disposizioni in materia di randagismo e tutela degli animali da compagnia o di affezione) che, tra le altre cose, consente alle aziende sanitarie locali la soppressione con metodi eutanasici dei cani e gatti raccolti, se lo smarrimento o furto di questi ultimi non viene denunciato entro cinque giorni dalla loro scomparsa al Servizio veterinario ufficiale o alle Forze dell'Ordine.
Secondo l'Avvocatura di Stato queste norme contrastano con i principi fondamentali in materia di tutela della salute dettati dallo Stato con la Legge quadro 281/1991. Secondo la legge nazionale, infatti, i cani vaganti ritrovati non possono essere soppressi, con le sole eccezioni di animali gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità. Ora bisogna attendere che la Corte Costituzionale si esprima in materia, sperando che riconosca che la legge regionale rappresenta un grave passo indietro nei confronti del principio di tutela degli animali.

venerdì 22 marzo 2019

RICORDATE IL MICROCHIP!

LA STORIA DI ISOTTA


Abbiamo postato qualche tempo fa questa foto, ma senza raccontarvi la storia che la accompagna. La veterinaria nell’immagine è la Dottoressa Nunzia Susca, che fa parte del nostro staff. Il cane si chiama Isotta ed è un meticcio di 8 anni che appartiene proprio a Nunzia. Un giorno Isotta presenta dolore addominale e viene portata in Clinica dove le viene diagnosticata ecograficamente una neoformazione a livello del fegato. È proprio la Dott.ssa Susca a effettuare l’ecografia e a constatare la rottura della neoformazione con conseguente presenza di versamento addominale di natura emorragica. Dopo essere stata stabilizzata, Isotta subisce un intervento chirurgico di lobectomia epatica (ovvero l’asportazione del lobo epatico, che include la neoformazione ). La chirurgia, l’emorragia e un cuore anziano, che rivela qualche problema durante l’intervento, creano un quadro clinico complesso che fa temere per la vita dell’animale il quale rimane in prognosi riservata per cinque giorni. In seguito Isotta migliora giorno dopo giorno e trascorre la convalescenza al mare, assieme alla sua padrona, che, per una volta, si è trovata dall’altra parte della barricata.

martedì 19 marzo 2019

CHE COS’È L’IPERTIROIDISMO?


Se siete proprietari di gatti avrete spesso sentito parlare di ipertirodismo, ma di cosa si tratta esattamente? L’ipertiroidismo non è altro che una malattia endocrina legata a una maggiore produzione di ormoni tiroidei e rappresenta una delle problematiche maggiormente riscontrate nel gatto anziano. Questa patologia è correlata alla presenza di noduli a livello tiroideo, che nella maggior parte dei casi risultano di natura benigna. Le possibili cause sono tante e di varia natura: immunomediata, infettiva, genetica, ambientale o nutrizionale. 
Come riconosciamo un gatto ipertiroideo? Purtroppo i segni clinici sono spesso aspecifici e non è sempre semplice riconoscerli. Possiamo riscontrare perdita di peso nonostante un aumento considerevole dell’appetito, associati a un aumento della sete e della produzione di urine. Altri sintomi possono essere: nervosismo, iperattività, sintomi gastroenterici come vomito e diarrea e, infine, problemi cutanei quali forfora e perdita di pelo, vocalizzazioni inappropriate. Solo in rari casi si riscontra il cosiddetto “ipertiroidismo apatico”, caratterizzato da letargia e abbattimento. Il medico veterinario, alla visita clinica, potrebbe riscontrare noduli tiroidei, soffi cardiaci o alterazioni del ritmo cardiaco. La conferma di questa malattia si ha mediante analisi del sangue comprensivi di parametri che valutano quantitativamente gli ormoni tiroidei. Inoltre, trattandosi spesso di soggetti adulti/anziani, è bene eseguire analisi collaterali complessive allo scopo di escludere alterazioni secondarie associate. 
Il trattamento di questa malattia consiste, nella maggior parte dei casi, in una terapia medica rappresentata da farmaci che riducono la presenza di ormoni tiroidei in circolo. Una volta impostata la terapia è fondamentale eseguire monitoraggi seriali al fine di definire il giusto dosaggio per il gatto ed evitare effetti collaterali. Tale terapia ha un'estrema variabilità di risposta, dipendendo da tanti fattori, ma soprattutto dalla gravità della situazione iniziale e dalla capacità di trovare il prima possibile il dosaggio più corretto a cui corrisponde la migliore efficacia. Non sempre è semplice, non sempre è immediato, tuttavia porta dei benefici e soprattutto migliora notevolmente l'aspettativa di vita. Solo in pochi casi sussistono le condizioni per intervenire mediante un intervento chirurgico di rimozione della ghiandola tiroide mediante bisturi a ultrasuoni (eseguito nel nostro centro dal Dott. Roberto Bussadori), ma si tratta di una procedura complessa di cui il chirurgo e l’anestesista spiegheranno con esattezza tutti i punti critici e daranno tutte le indicazioni durante il colloquio preoperatorio, qualora il gatto si presenti idoneo a essere sottoposto a tale procedura.
Se siete interessati a sapere di più riguardo all’ipertiroidismo felino potete leggere la nostra brochure sul sito clinicaveterinariagransasso.it, nella sezione notizie utili sotto la voce medicina interna, specialità endocrinologia.

Nelle foto: Priscilla, una bella gatta di 17 anni affetta da ipertiroidismo.

domenica 17 marzo 2019

IL GUINZAGLIO PER I CANI


Tutti coloro che convivono con un cane sono abituati a portarlo a passeggio più volte al giorno. Strumento indispensabile a tale scopo è il guinzaglio. La legge italiana, infatti, stabilisce che l’utilizzo del guinzaglio è obbligatorio nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico. Non tutti sanno, però, che è regolamentata anche la lunghezza del guinzaglio stesso. Quest’ultimo non può essere più lungo di 1,5 metri. Questo per evitare che il cane possa aggredire persone o altri animali, ma anche per la sua sicurezza. Con un guinzaglio troppo lungo, per esempio, potrebbe riuscire a raggiungere una strada rischiando di essere investito. Visto che siamo in tema, ricordiamo che il proprietario dovrebbe portare con sé anche una museruola, rigida o morbida, da applicare al cane in caso di pericolo per l’incolumità di persone o animali oppure dietro richiesta delle autorità competenti. Riguardo al collare, consigliamo di utilizzare al suo posto una pettorina, che evita di stringere il collo dell’animale. Sconsigliato vivamente, invece, il collare a strozzo (o a strangolo), specie con cani vivaci, che potrebbe provocare ingenti danni all’animale.

venerdì 15 marzo 2019

ECOCARDIOGRAFIA TRANSESOFAGEA


Il reparto di Cardiologia della Clinica Veterinaria Gran Sasso utilizza tutte le tecnologie diagnostiche più attuali. Da alcuni anni abbiamo introdotto nella diagnostica veterinaria l’ecocardiografia transesofagea. Questa consiste in una particolare sonda ecografica che viene posta all’interno dell’esofago (l'esofago è il tratto dell’apparato digerente che collega la bocca con lo stomaco passando sopra al cuore) del cane. La sonda ecografica transesofagea, sfruttando lo stretto contatto esistente tra l'esofago e il cuore, permette una migliore visualizzazione delle camere cardiache, dei grossi vasi polmonari e dell'aorta, delle valvole cardiache, con un dettaglio migliore rispetto a quanto consentito dal più semplice ecocardiogramma transtoracico. Nella nostra unità di cardiologia l’ecocardiografia transesofagea è utilizzata in molti di quei casi complessi nei quali le altre metodiche non consentono uno studio accurato dell’anatomia di alcune patologie cardiache congenite complesse, e per guidare alcuni interventi eseguiti per correggere le cardiopatie aumentando la sicurezza e l’efficacia di questi interventi in modo non invasivo. In questi ultimi anni abbiamo introdotto nel settore Veterinario l’ecocardiografia transesofagea tridimensionale, attualmente usata solo nei centri cardiochirurgici umani più avanzati. L’uso di questo strumento e l’interpretazione delle immagini ottenibili richiede un training specialistico specifico, che ha portato i nostri operatori a un livello di competenza specialistico avanzato che consente loro di usare questa metodica in modo preciso e affidabile e di insegnarla ai colleghi che frequentano gli stage specialistici del nostro reparto. L’ecocardiografia transesofagea tridimensionale permette di ottenere informazioni molto più dettagliate e rappresentazioni molto più simili alla realtà, potendo studiare in tempo reale il cuore dei nostri pazienti da differenti prospettive e angolazioni, impossibili da ottenere con altre metodiche. Tutto ciò ci consente di avere conferme diagnostiche certe e, durante le procedure interventistiche, una guida sicura e precisa all’esecuzione dell’intervento.


giovedì 14 marzo 2019

BREXIT & PET



In questi giorni si parla molto di brexit, ovvero dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Il 29 marzo sarà il giorno del distacco ufficiale del Regno Unito, anche se si parla insistentemente di un rinvio a causa di mancato accordo tra le parti. È proprio a causa di tali incertezze se i proprietari di animali che devono viaggiare non sanno ancora come comportarsi. In Inghilterra molti proprietari che devono, o dovranno, viaggiare in Europa con il loro pet dopo il 29 marzo stanno ponendo domande in merito ai loro veterinari, chiedendo informazioni sugli spostamenti e sulla documentazione sanitaria da portare con sé. Gli interrogativi riguardano anche i pet che dovranno percorrere la strada inversa, dall'Unione oltre Manica. Purtroppo, i veterinari inglesi come quelli italiani non hanno molte risposte certe da dare, a causa del “buco” legislativo che si verrebbe a creare nel caso di distacco dell’Inghilterra senza accordo con l’UE. In questo momento (con il Regno Unito che fa parte dell’Europa) per portare un animale da compagnia in Inghilterra bastano microchip, vaccinazione e passaporto dell’animale. Nel caso, però, di uscita a senso unico dell’Inghilterra potrebbe essere necessaria una certificazione veterinaria aggiuntiva ogni volta che gli animali viaggiano, tra cui probabilmente anche un test per la rabbia. Ricordiamo che in passato gli animali portati in Inghilterra dovevano addirittura sottostare a un periodo di quarantena, speriamo quindi non venga reintrodotta tale regola. In ogni caso, e vista la situazione incerta, consigliamo a chi desideri portare i propri animali nel Regno Unito di non farlo in vicinanza della data di uscita dalla UE, e di tenersi aggiornati sugli sviluppi in materia. Non è molto, lo sappiamo, ma, se possibile, meglio attendere un po’ prima di viaggiare piuttosto che trovarsi in una situazione ingarbugliata con l’amico a quattro zampe bloccato da qualche parte.

mercoledì 13 marzo 2019

EPILESSIA NEI CANI


Siete proprietari di un cane affetto da crisi convulsive e avete numerosi dubbi? Oggi cerchiamo di dare risposta ad alcune delle domande che più frequentemente ci vengono poste su questo argomento. 
Cosa sono le crisi epilettiche e come si manifestano? Le crisi epilettiche non sono altro che un disturbo transitorio della funzione cerebrale che insorge improvvisamente, cessa spontaneamente e ha tendenza a ripetersi con le stesse modalità. Il cane non riesce più a stare sulle quattro zampe e presenta alterazione della coscienza, tremori, irrigidimento della bocca e degli arti fino al pedalamento continuo, perdita di saliva, urine e feci. A volte il cane, prima di queste crisi, può presentarsi più agitato del solito e questo può aiutare il proprietario a prevedere la crisi imminente. 
Cosa possiamo fare durante una crisi? Per quanto sia difficile da accettare, purtroppo possiamo fare poco durante una crisi. Può aiutare però sapere che il cane non si presenta cosciente e pertanto non prova dolore, quindi l’importante è mantenere la calma ed eventualmente somministrare benzodiazepine (Valium®) per via endorettale (in farmacia vendono delle sorta di siringhe pronte all'uso). 
Quali sono le possibili cause delle crisi epilettiche? Le cause possono essere davvero tante, da quelle intracraniche, quindi neoplasie, traumi, infezioni, malformazioni, problemi vascolari, a quelle extracraniche, quali intossicazioni, ipoglicemia, ipocalcemia e gravi alterazioni della funzionalità epatica e/o renale. Per questo motivo è fondamentale eseguire esami del sangue completi, seguiti da una visita neurologica che verificherà la necessità di ulteriori indagini diagnostiche come la TAC (tomografia assiale computerizzata) o la risonanza magnetica. 
In cosa consiste il trattamento delle crisi convulsive? Una volta escluse cause sottostanti su cui è possibile intervenire e se le crisi diventano tante, generalizzate e frequenti, è indicato iniziare una terapia medica che dovrà essere condotta per tutta la vita. Esistono numerosi farmaci, il vostro neurologo sceglierà quello più adatto al vostro animale. Se, in casi gravi, il cane presenta convulsioni ripetute in un breve arco di tempo (stato epilettico) può essere necessario il ricovero in urgenza ed il monitoraggio costante del cane. 

Se siete interessati a sapere di più riguardo all’epilessia potete leggere la nostra brochure sul sito clinicaveterinariagransasso.it, nella sezione notizie utili sotto la voce medicina interna, specialità neurologia.

Quella che vedete nel post è un'immagine TAC dell'encefalo di un cane che non mette in evidenza alterazioni significative.

lunedì 11 marzo 2019

CONTENITORI PER ESAMI DELLE FECI


Capita abbastanza spesso di dover effettuare esami delle feci ad animali sottoposti a visite cliniche. Effettuare il prelievo spetta, ovviamente, ai proprietari, anche se talvolta (comprensibilmente) non hanno molta dimestichezza con tale compito. È capitato, quindi, che tali campioni arrivassero in Clinica all’interno di contenitori poco idonei allo scopo, ma estremamente creativi: scatole del te, pacchetti di sigarette, cofanetti da gioielleria, scatolette di integratori, ecc. Non ci facciamo certo spaventare dal tipo di contenitore, ma se inadatto può rendere impossibile procedere in modo corretto con gli esami. I contenitori ideali per feci sono dei semplici contenitori di plastica, di dimensioni ridotte, dotati di una paletta utile per raccogliere il campione. È possibile richiedere gli appositi contenitori in Clinica oppure in qualsiasi farmacia. Tali contenitori, inoltre, consentiranno di evitare di spargere ovunque il loro contenuto, facendo la felicità di tutti, proprietari e veterinari.

domenica 10 marzo 2019

KAOS CERCA CASA


Lui è Kaos, un nostro paziente di quasi due anni che cerca casa. A dicembre è stato portato in clinica in quanto affetto da una malformazione cardiaca congenita, ovvero la persistenza della pervietà del Dotto di Botallo (PDA). In questi casi il trattamento necessario è la chiusura del dotto tramite procedura chirurgica o interventistica, ed è proprio questo l’intervento a cui abbiamo sottoposto Kaos nella nostra struttura, interrompendo con successo il flusso anomalo e bloccando la progressione della sua patologia. 
Questo intervento dovrebbe essere eseguito nei primi mesi di vita altrimenti, soprattutto nei cani di grossa mole la dilatazione dell’atrio sinistro può provocare una aritmia cronica: la fibrillazione atriale. Purtroppo, Kaos era un cane abbandonato e i volontari che se ne sono presi cura hanno potuto portarlo all’osservazione dei nostri cardiologi solo a due anni di età, quando Kaos presentava anche questa complicanza. Per questo dopo l’intervento di chiusura del dotto, i nostri cardiologi sono intervenuti anche su questa patologia per normalizzare definitivamente il ritmo cardiaco, con il trattamento indicato in questi casi, ovvero la cardioversione elettrica, ma come prevedibile la cronicità della patologia ha fatto sì che la fibrillazione atriale recidivasse. Quindi oggi Kaos, guarita la malformazione cardiaca ha ancora bisogno di seguire una terapia farmacologica a vita per mantenere sotto controllo la frequenza cardiaca e di effettuare dei controlli periodici. Al momento è in ottime condizioni di compenso e di controllo della frequenza cardiaca che gli consentono di svolgere una vita normale, correndo e giocando come ogni cane della sua età. Questo fa sperare bene per il suo futuro, tuttavia, nonostante l’ottimismo, non possiamo prevedere quale sarà l’evoluzione della sua situazione cardiologica nei prossimi anni
Ora quello che manca a Kaos è solo una famiglia che gli voglia bene, con cui trascorrere una vita serena piena di attenzioni e di affetto. Kaos è una cane buono ed educato ed in clinica è riuscito a conquistare tutti con la sua dolcezza.
Diamogli l’opportunità di essere felice!

venerdì 8 marzo 2019

IL PACEMAKER


Oggi vi parliamo di questa piccola scatola che vedete in foto, il pacemaker. La Clinica Veterinaria Gran Sasso è una delle poche strutture in Italia a effettuare l’impianto di questo dispositivo, utilizzato per il trattamento di alcune bradicardie sintomatiche nel cane, condizioni in cui la frequenza cardiaca si riduce eccessivamente. Il pacemaker ha lo scopo di stimolare la muscolatura cardiaca, sostituendosi alle strutture normalmente adibite alla produzione di impulsi elettrici, che in alcune condizioni patologiche non sono più in grado di funzionare in modo autonomo e regolare. Il pacemaker è composto da una scatolina da cui originano gli impulsi elettrici, di un elettrocatetere che trasmette questi impulsi al cuore e infine di una batteria che ha lo scopo di alimentare tutto questo sistema. 
L’importanza di impiantare questo piccolo oggetto deriva dalla gravità delle conseguenze delle bradicardie, infatti esse possono determinare debolezza, intolleranza all’esercizio, perdita transitoria dello stato di coscienza e, a volte, insufficienza cardiaca congestizia. L’impianto del pacemaker è una procedura salva vita, in quanto le aritmie che richiedono questo tipo di intervento mettono a rischio la vita del cane che ne è affetto.
Prima di procedere all’intervento è buona norma escludere tutte le eventuali condizioni sistemiche e metaboliche che possono essere sottostanti ad alterazioni del ritmo cardiaco di questo tipo e che possono essere gestite con altre metodiche terapeutiche.
Come avviene l’intervento? Si inizia inserendo l’elettrocatetere all’interno della vena giugulare per arrivare infine, mediante guida fluoroscopica, a livello cardiaco, più precisamente a livello di apice del ventricolo destro. A seguire si colloca il pacemaker in una tasca sottocutanea nella regione del collo, infine si collega al pacemaker l’elettrocatetere già in sede. Il collo viene bendato subito dopo l’intervento, in modo tale da proteggere la ferita chirurgica, e il cane viene sottoposto ad una terapia antibiotica di due settimane. Questo tipo di procedura prevede il ricovero di una notte del nostro paziente, al fine di poter tenere tranquillo l’animale nelle prima ore dopo l’intervento, di tenerlo monitorato ed effettuare un monitoraggio holter subito dopo l’impianto del pacemaker. È importante che il nostro paziente rimanga a rigoroso riposo per almeno un mese per poi essere sottoposto a controlli cardiologici seriali al fine di verificare che tutto vada per il meglio. Ogni controllo cardiologico consiste in un elettrocardiogramma e nella valutazione della corretta funzionalità del nostro pacemaker.
L’impianto del pacemaker risulta una procedura molto delicata sia per le condizioni spesso gravi dei pazienti, sia per i rischi nella fase post-operatoria, in cui l’occhio attento del proprietario diventa di fondamentale importanza. La complicanza più frequentemente riscontrata (anche se nel complesso delle procedure effettuate presso il nostro centro è infrequente) è la dislocazione dell’elettrodo, a cui corrisponde la ricomparsa dei sintomi presenti in fase pre-operatoria. In ogni caso la maggior parte dei cani mostra una risoluzione dei segni clinici dopo l’impianto di pacemaker, qualora non ci siano altre condizioni patologiche associate, pertanto questo intervento è fondamentale per la sopravvivenza dei cani affetti da bradicardia severa. 
Se desiderate sapere di più riguardo a questa procedura potete leggere la nostra brochure sul sito clinicaveterinariagransasso.it, nella sezione notizie utili nella specialità Cardiologia.

lunedì 4 marzo 2019

IL TRASPORTINO PER GATTI


L’unico metodo sicuro per spostare il gatto è con il trasportino. È importante che per ogni spostamento, breve o lungo che sia, il gatto sia messo sempre nella gabbietta e mai lasciato libero in automobile. Ovviamente si può usare il trasportino anche per brevi spostamenti a piedi. Per abituare il gatto a viaggiare occorre innanzi tutto che l'animale familiarizzi con il trasportino, deve considerarlo come una “piccola tana” dove potrà sentirsi sicuro e protetto. Se il gatto si abituerà sarà un piacere portarlo sempre con voi, anche in vacanza.
Esistono trasportini di varie forme e dimensioni, in plastica o metallo, anche in stoffa. Questi ultimi però sono indicati solo per gatti tranquilli. Se l’animale deve restare nel trasportino a lungo è opportuno posizionare sul fondo di quest’ultimo una vecchia coperta o una traversina (telo assorbente in vendita nei negozi di animali e in molti supermercati) nel caso il quattro zampe dovesse fare dei bisogni. Può essere una buona idea anche tenere in macchina un trasportino di scorta, nel caso il gatto sporcasse il primo. Attenzione, però, a spostare il gatto da uno all’altro con la macchina ben chiusa, per evitare che il micio fugga. 

sabato 2 marzo 2019

I DOVERI DEI PROPRIETARI DI ANIMALI


Chiunque conviva con un animale d’affezione o abbia accettato di occuparsene, è responsabile della sua salute e del suo benessere, deve provvedere alla sua sistemazione e a fornirgli adeguate cure e attenzioni, tenendo conto dei suoi bisogni fisiologici ed etologici, secondo l'età, il sesso, la specie e la razza.
In particolare deve:
1 rifornirlo di cibo e di acqua in quantità sufficiente e con tempistica adeguata;
2 assicurargli le necessarie cure sanitarie ed un adeguato livello di benessere fisico ed etologico;
3 consentirgli un'adeguata possibilità di esercizio fisico;
4 prendere ogni possibile precauzione per impedirne la fuga;
5 garantire la tutela di terzi da aggressioni;
6 assicurare la regolare pulizia degli spazi di dimora.
Quelli elencati sono obblighi legali, formalizzati in diverse leggi, convenzioni, accordi nel corso degli ultimi decenni. Tra gli ultimi va segnalato l’Accordo del 6 febbraio 2003, siglato in sede di Conferenza Stato Regioni, tra il Ministero della Salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano e recepito con DPCM 28 febbraio 2003. Sulla base della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, l’accordo definisce alcuni principi fondamentali per una maggiore e più corretta relazione tra l’uomo e gli animali da compagnia. Si parla di possesso consapevole, di come evitare che siano utilizzati in modo riprovevole e di favorire lo sviluppo di una cultura di rispetto anche nell’ambito delle realtà terapeutiche innovative come la pet-therapy.